#159 – Il mio backup

Pillole di Bit
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#159 - Il mio backup
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Vi racconto come faccio il backup dei miei PC che uso per lavoro e per diletto. Benvenuti a casa mia o, meglio, nemo mio studio

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Ciao a tutti e bentornati all’ascolto di Pillole di Bit, questa è la puntata 159 e io sono, come sempre, Francesco.

Vorrei ringraziarvi tutti per i riscontri delle ultime due puntate, siete stati tantissimi e devo essere sincero, nessun commento negativo, grazie di cuore, davvero.
In molti, a fronte della mia costante battaglia sulla questione del backup, mi avete chiesto come gestisco io il backup dei miei dati.
In questa puntata vi apro le porte di casa mia, anzi, del mio studio, perché con i PC che ho in casa, ebbene sì, più di uno, io ci lavoro, e di come faccio il backup di tutti loro.
Partiamo dalle macchine
Attualmente uso un iMac del 2012 come mio desktop principale. Su questo computer ci registro i podcast, ci perdo un o’ di tempo su Twitter e Youtube, lo uso come postazione per il telelavoro, gestisco tutte le mie fotografie e apro almeno 30-40 tab di Chrome contemporaneamente.
Poi ho un Intel NUC su cui ho installato Windows 10, che utilizzo per tutti gli sviluppi software per i miei clienti e per le prove di software e per fare tutto quello che si può fare solo con Windows. Non vado nel dettaglio, oggi si parla di backup.
Ho un altro Intel Nuc, che ha sostituito il primo Raspberry, su cui ho tutto il sistema di domotica che mi sono sviluppato, quindi sensori, antifurto, automazione, domotica, VPN e quant’altro. Questo computer ha Ubuntu.
In ultimo ho un Portatile che è un altro dispositivo Apple, che mi porto in giro quando vado al lavoro in ufficio e quando vado in giro dai clienti.
Sono tutti dispositivi che uso in produzione, nel senso che per me, se uno di questi va a pallino, è un problema e devo attivarmi per ripristinare il problema il più in fretta possibile.
Oltre a questi, gestisco anche il backup del PC fisso e del portatile di mia moglie, anche lei li usa per lavoro.

Il mio backup a questo punto è di due tipi: il primo è del sistema operativo: se si scassa il disco devo prenderne uno nuovo e devo ripristinare la macchina nel minor tempo possibile. Il secondo è sui dati, se ho un problema devo poter recuperare i dati persi.

Sono un nerd, ma ho anche un sacco di robe da fare, quindi per me la tecnologia mi deve aiutare, ma non mi deve rompere le scatole: la predispongo, la testo e deve funzionare. Niente accrocchi instabili con mille ore di manutenzione. No. L’avvio e va avanti da sola per sempre.

In ambito Apple mi sono sempre trovato bene con Time Machine. Ho avuto bisogno e ho sempre recuperato quel che c’è stato da recuperare, che sia stato il portatile di mia moglie perché si è scassato il disco o il mio portatile perché al mare è andato male un aggiornamento e avevo dietro il disco del backup, che vi assicuro, non era casuale.

Time Machine di Apple è di serie con il sistema operativo e funziona in modo piuttosto banale: si sceglie la destinazione del backup e lui fa una prima copia di tutto il sistema sul disco, poi salva le differenze ogni ora dell’ultimo giorno, ogni giorno dell’ultima settimana e ogni settimana dell’ultimo mese, poi ogni mese fino a che c’è spazio sul supporto. Ovviamente se il supporto non è connesso, i backup riprendono quando questo verrà collegato. Se manca per più di 10 giorni, il sistema inizia ad avvisarti.
Si può decidere di fare il backup su più supporti e il supporto di backup può essere protetto da password.
Il restore può essere fatto sfogliando il disco da un’interfaccia molto spaziale, passatemi il termine, ha un cielo stellato che si muove mentre sfogliate il contenuto del disco, che non funziona con il doppio monitor. 
Oppure si può dire, alla reinstallazione di un Mac “senti, prendi da un disco di Time Machine”. Il Mac tornerà esattamente uguale a com’era prima. App, impostazioni, reti WiFi, insomma, proprio tutto. Funziona anche se si passa da un vecchio Mac a uno nuovo, pare magia.

Il mio iMac è impostato per fare il backup sui seguenti supporti:
Un disco USB sempre collegato
Un disco USB che ho nel cassetto in ufficio e che porto a casa il primo lunedì del mese
Un NAS che non è a casa, ma collegato in VPN alla rete di casa mia. Questo lo posso fare da quando ho la fibra con una banda decente. Anche la connessione del NAS remoto deve avere una connettività decente. Per decente intendo almeno 100 mega in up io e in down la destinazione.
Un disco USB che ho nello zaino che mi porto sempre in giro, che collego quando il sistema me lo chiede, circa ogni 10-20 giorni.
Da quando ho l’iMac non ho mai avuto bisogno di fare recupero dell’intero sistema operativo e non l’ho mai reinstallato, sono circa 8 anni. Ho fatto recuperi di test da ogni singolo disco senza avere mai problemi.
Un disco di Time Machine può essere usato per fare il Boot da un Mac senza disco avviabile, questa cosa, in emergenza, è molto comoda.

Il PC Windows invece ha il backup fatto con Veeam Agent.
Veeam è un produttore di software di backup nato per il mondo virtuale, lo uso in azienda per fare il backup di 60-70 macchine virtuali e ci posso fare davvero di tutto, ma costa migliaia di euro. Per casa non è il caso.
Qualche tempo fa è uscito Veeam Agent che è gratuito, con qualche limite, ma fa bene il suo mestiere.
Ha una sola destinazione, ma si può pianificare con che frequenza fare il backup e quante versioni tenere.
Il backup, come TimeMachine è dell’intero sistema, ma a livello di file, quindi posso recuperare l’intero PC se si scassa il sistema o il disco, con un disco di avvio che mi genera lui in fase di configurazione, oppure posso chiedere di recuperare il singolo file a seconda del periodo di storico che ho impostato. Per i miei PC Windows e Linux ho deciso di mantenere le ultime 7 versioni, lui funziona così: ogni giorno fa il backup e crea un nuovo file dell’intero sistema, mantiene i differenziali degli ultimi 6 giorni, questa politica si chiama differenziale inverso.
Visto che non posso avere un secondo supporto da delocalizzare, mi sono dovuto arrangiare quindi uso il software del NAS per fare la replica delle cartelle Veeam su Google Drive, che ho con abbonamento G Suite, quindi con abbondante spazio.
La domenica mattina, lui sincronizza tutta la cartella di Veeam con Drive così se succede qualcosa al NAS ho comunque una copia da qualche altra parte.
Ho provato a fare la replica su Amazon Glacier, sempre con uno dei programmini del NAS, il problema è che lì sopra i dati si mettono e non si aggiornano, questo, dopo qualche mese di backup, inizia a pesare non poco sul portafogli, è una cosa da tenere a mente.
Per i portatili la questione è un po’ più complicata, perché tenerli attaccati a un disco è praticamente impossibile, visto che stanno in uno zaino o comunque in giro. L’unica soluzione è avere un disco di rete nel posto dove li si accende più spesso in modo che possano fare il backup in autonomia.
Mi raccomando, non smetterò mai di ricordarlo: il backup deve essere fatto in automatico, se vi affidate alla vostra manualità lo fate 3 volte e poi non lo fate mai più.
Il mio macBook quindi fa il backup a casa sul NAS, visto che sincronizzare su Drive un backup che, seppur su un PC che ha pochi dati, potrebbe arrivare a parecchi GB, non ho attivato la replica di quel disco, ma ho un disco, quello che tengo nello zaino, che di tanto in tanto collego al PC, quando il sistema me lo chiede, che io si a casa o in ufficio o da clienti.
Io lavoro e lui salva i dati.
Questo mi permette anche, come è già successo, di avere il backup apprezzo se vado in trasferta o in vacanza e mi devo portare il portatile.
Se me lo devo portare mi serve, se si scassa e ho il modo di fare il restore è molto meglio, no?
Qui sorge il problema del backup del NAS, sono molti dati e se succede qualcosa in qualche modo vanno gestiti. 
Per il momento, sempre con un tool di Synology, ho predisposto un backup giornaliero su un disco esterno, per il quale ho scaricato e provato dei software per Windows e per Mac che possono fare browsing e estrazione dati dal backup sul disco, anche a Synology morto.
Il problema è che è un disco USB lì accanto. In caso di problemi gravi, quali incendio o furto completo di tutto quello che c’è in casa, perdo tutto quello che c’è nel NAS.
L’idea in futuro, con un po’ di soldi da investire, è quella di prendere un altro NAS, metterlo a casa dei miei genitori, fare un VPN e fare lì la replica completa. Abbiamo tutti una connessione 1000/300 la cosa dovrebbe essere fattibile.
Dovrei provare a fare un test della copia del NAS su Amazon Glacier, ma secondo me il costo, alla lunga, potrebbe essere abbastanza pesante.
L’ultima parte dei miei dati, quella su cui lavoro più spesso, è su Google Drive e Documents, pago un abbonamento annuale a Google e quindi lo uso in modo abbastanza deciso.
Ma tutti sanno, e lo scrivono addirittura sulle magliette, che il cloud non esiste, è solo il computer di qualcun altro. Che questo sia in mano al terribile google o anche in mano a un provider italiano che ci fornisce la piattaforma NextCloud. Non sono macchine nostre. E non tutti si possono permettere di comprare un server e darlo in housing in un datacenter per poi farne anche la manutenzione.
Quindi si deve prevedere che prima o poi i nostri dati nel cloud possano sparire.
Se si hanno dati da un qualunque provider cloud è necessario averne una copia offline nelle nostre mani.
Come si fa?
Con Google c’è il servizio Takeout che permette di scaricare tutto il contenuto del proprio account, vi arriveranno dei link a decine di archivi ZIP con all’interno tutti i vostri dati di ogni servizio Google.
SI possono anche usare tool di terza parti come Got Your Back per fare una copia sensata di tutta la casella di posta com la struttura delle cartelle oppure rclone per pianificare il download via script di tutto il disco di Drive.
Fatta la copia regolarmente, questa può essere messa su un disco e archiviata da qualche parte, che non si sa mai. Al momento io uso Got Your Back e Google takeout per il resto, confermo subito che è una gran rottura di scatole fare ‘sta roba.
Come potrei migliorare?
A scrivere tutto quello che faccio, mi sono venute un po’ di idee su come migliorare la faccenda del backup e avete tutto un po’ più strutturato.
Il backup di tutte le macchine dovrebbe finire sullo stesso NAS, questo dovrebbe replicare sul nas remoto, in maniera completa.
Il backup sui dischi USB va bene così, devo ricordarmi che una volta ogni due tre anni, questi andrebbero sostituiti.

Spero di avervi dato un po’ di idee su come gestire il backup dei vostri dispositivi, ricordandovi, che da sottoporre a backup, che non ho menzionato qui, ci sono anche tutti gli altri dispositivi, come gli smartphone, le console e tutto quello che ha una memoria e delle impostazioni, anche le cose della domotica, a volte.
I contatti
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Il tip

Visto che ho parlato di G Suite, il tip della settimana è su Google, nello specifico Gmail. Se usate la casella di posta di Google e avete l’abitudine di mettere la forma, oltre a, per favore, togliere tutte quelle specie di note legali che non valgono nulla e appesantiscono solo le mail, tolgiete anche le GIF animate, va!
Dicevamo, ultimamente, è possibile definire più firme diverse, in modo da poter decidere al volo quale usare a seconda del tipo di mail che state mandando, se ad amici, se qualcosa di più serio oppure a qualcuno al quale dovete lasciare il vostro telefono oppure no.
La trovo una banalità molto utile.

Bene è proprio tutto, non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima puntata,come al solito il lunedì mattina.

Ciao!