La postazione di registrazione

Ultimo aggiornamento: 29/08/2023

In molti, spesso, chiedono dove e come registro il podcast, questa è una pagina riassuntiva del mio setup, aggiornata, con hardware e software che uso regolarmente per produrre tutte le mie puntate.

Tutti i link che puntano ad Amazon sono sponsorizzati, così se li usate io metto da parte un po’ di commissioni e posso migliorare sempre di più, che non sembra, ma spesso la parte tecnologica ha bisogno di essere mantenuta e aggiornata.

Pensare e scrivere le puntate.

Le puntate le scrivo tutte prima, le leggo, le rileggo e le correggo. Visto che lo faccio non sempre a casa ed è importante che non sia legato alla postazione di casa, uso Google Documents per scrivere gli script, prendere appunti, archiviare gli script e tutto quello che è gestione di documenti. Segno lì anche tutte le donazioni e ho il modulo per la spedizione dei gadget del podcast. Anche la mail si basa su piattaforma Google. (ah ma ovvio, lavoro in Google! No, usavo Googe Workspace anche prima di lavorare in Google, quando ancora si chiamava G Suite). Per questo servizio pago un abbonamento annuale, visto che ho il taglio da 2TB ad account.

Registrare le puntate.

Per la registrazione serve una postazione complessa, un computer, dei software, un microfono, delle cuffie e, possibilmente che i gatti dormano. L’ultima non capita sempre, purtroppo.

Uso un Mac Studio del 2022, una vera bomba, ho due monitor, su uno ho lo script da leggere, sul secondo il software di registrazione con le forme d’onda che si creano in tempo reale.

Per registrare ho un microfono Røde NT-USB mini, è compatto, massiccio, ha l’interfaccia USB, per questo non necessita di scheda audio esterna, funziona al primo colpo con qualunque computer, ha il filtro anti pop integrato (quello che minimizza che il segnale vada in saturazione quando si pronuncia la lettera P) e ha l’uscita cuffia a latenza zero, quando si registra è fondamentale, sentire la propria voce in ritardo è terribile.

Il microfono è tenuto su da una staffa pieghevole, tipo quelle delle lampade da scrivania, Røde PSA1, lo isola dal tavolo e permette di avere la scrivania davanti alla tastiera libera, davvero comoda.

Le cuffie che uso sono delle Bose QuietComfort 45. Sono bluetooth e hanno il cavetto. Quando si registra un podcast si usano i cavi e non il wireless, questa è una regola aurea. Sono over-ear, con il cuscinetto bello grande e comodo, si sentono bene e la parte bluetooth permette la connessione in simultanea a due dispositivi, molto comoda. Se si ascolta la musica del computer e arriva una telefonata, sul PC viene messa in pausa la musica per poter fare la telefonata. Hanno funzione di cancellazione di rumore attiva. Le indossate, attivate la cancellazione e il rumore esterno sparirà quasi del tutto, come per magia, davvero una roba bellissima.

Il programma che uso per registrare l’audio è Audacity, vecchio, Open Source, solo due tracce, basilare, ma so come si usa e funziona bene. Ne ho provati altri e non sono mai riuscito a farli funzionare per bene (ammetto la mia incapacità).

Ho comprato un oggettino fighissimo, Elgato Streamdeck, è una pulsantiera, ogni suo tasto ha un display programmabile a seconda della funzione che gli si assegna. Tra i tasti che ho assegnato ci sono gli effetti, stacchi e audio standard che uso nel podcast, così mentre registro, schiaccio il tasto e lui si avvia. Sul display vedo anche quanto tempo rimane prima della fine dell’audio. Il tastierino fa anche altr emille cose, ma va fuori dallo scope della postazione per registrare le puntate.

Come fare per inserire l’audio dentro Audacity? Uso Loopback, che è il chiavistello delle interfacce audio per MacOS, prende una fonte, la manda qui, poi la manda lì, le mixa, divide i canali, li unisce e così via. Prende qualunque fonte audio e la manda da qualunque parte, anche per registrare eventuali ospiti che sono in conferenza audio con un qualunque software di chiamata via Internet.

Montare le puntate

Una volta registrate le puntate vanno montate, con la pulsantiera dello streamdeck riesco a fare quasi tutto, ma mi mancano alcuni dettagli, per questo uso il programma Poducer di Alex Raccuglia, se ho ospiti che registrano la loro traccia in locale e me la mandano, uso Podcleaner Pro, che automagicamente allinea le tracce in una sola, un enorme risparmio di tempo. Con Poducer ho un editor visivo fatto bene, semplice e immediato, ho funzioni come il taglio delle pause o degli “ehm”, la trascrizione del testo e soprattutto posso aggiungere i capitoli, l’immagine e i tag al file MP3 che viene poi esportato.

Concludo infine con una passata con Auphonic, che sistema i file con tutti i livelli perfetti e non fa sentire sbalzi di volume tra le varie parti.

Pubblicare le puntate

Per far sì che le puntate possano essere pubblicate è necessario avere un servizio che memorizzi il file MP3 e lo renda disponibile tramite un feed RSS. Da questo file RSS tutti i sistemi di pubblicazione attingeranno, una volta iscritto il podcast, per distribuirlo agli iscritti. In genere i servizi come Google Podcast e Apple Podcast non hanno copia del file, ma indicizzano il podcast, fanno il loro feed e mettono all’interno il file dal server originale. Altri servizi, come Spotify e Spreaker, copiano il file sui loro server e poi pubblicano quello (ecco, avete capito che sapere quanti sono gli ascolti di preciso è un casino).

Per pubblicare il podcast io uso un sito WordPress (quello dal quale state leggendo quesa pagina) e un plugin specifico per pubblicazione podcast che si chiama Seriously Simple Podcasting, la parte di pubblicazione la fa tutta lui.

Il sito è ospitato gentilmente da Parvati/Thirdeye, hosting di cui mi fido e che mi piace molto. ù

Se state pensando di iniziare a fare un podcast, sappiate che se pubblicate su un vostro hosting, occuperete parecchio spazio e tanta banda, fatevi i giusti conti, che poi spostare un feed RSS di un podcast da un servizio a un altro è un problema non da poco.

Organizzare i file

Dopo aver pubblicato le puntate ho un sacco di file sparsi usati per la realizzazione, con Hazel automatizzo lo spostamento e la loro archiviazione, è magico, rapido, pazzesco.

Le spese

Produrre un podcast ha dei costi, in tempo ed energie, per pensare, scrivere, registrare, produrre e pubblicare le puntate. Poi ha dei costi in denaro, che riguardano l’hosting, i servizi cloud come Auphonic e dei costi non ricorrenti, ma che ogni tanto ritornano, il computer va aggiornato, i dispositivi per registrare, il software, magari un pezzo per volta si cerca di evolvere verso qualcosa di migliore e così via.

Per questo chiedo un contributo, perché per tutto questo le spese non sono poche.

E, per arrivare ad ottenere tutto questo che avete appena letto, ho usato i soldi che sono arrivati con le donazioni e quelli che sono arrivati tramite Amazon con gli acquisti sponsorizzati, per questo devo ringraziarvi tantissimo, senza di voi non sarei qui dove sono adesso.
Grazie di cuore!