
Affrontiamo il tema della pesatura degli oggetti, esplorando le diverse ragioni per cui è importante conoscerne il peso, dalle applicazioni culinarie a quelle commerciali. Si introducono vari tipi di bilance, soffermandosi in particolare sulle bilance da cucina, dalle bilance meccaniche tradizionali che utilizzano una molla per misurare il peso, fino alle moderne bilance digitali che si basano su celle di carico e sensori per misurazioni precise. Viene spiegato il principio di funzionamento delle celle di carico e dell’estensimetro, evidenziando come la variazione della resistenza elettrica venga convertita in un valore di peso visualizzato.
Se vuoi inviare la tua domanda per la puntata AMA del 17/11/2025: pdbama10 @ tucci.boo
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Che sia per una ricetta, per spedire un pacco o semplicemente per curiosità, pesare le cose è un gesto che facciamo da sempre. Conoscere il peso di un oggetto è utile a fini pratici, per sapere se si può spostare, a fini commerciali, per dargli un valore, a fini culinari, per creare delle ricette e fare le dosi, a fini farmaceutici e così via.
Se ci pensate, molte delle cose che fate nella vita di tutti i giorni sono legate al peso degli oggetti che avete intorno.
In certi casi siamo in grado di stimare se un oggetto supera una certa soglia di peso, in certi altri è necessario misurarlo.
Per misurarlo si usano le bilance.
Anche questo strumento di misura si è evoluto nel tempo e ce ne sono di tipi molto diversi a seconda delle necessità. Ci sono quelle che pesano gli autotreni e quelle che contano quanti pezzi da decimi di grammo ci sono sul loro piattino.
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Visto che se dovessimo parlare di bilance a tutto tondo servirebbe una puntata di mille ore, ho deciso che nella puntata di oggi parleremo delle bilance da cucina: da quelle che avevano le nostre nonne a quelle, più moderne, che usiamo noi quotidianamente e che, per estensione, vediamo tutti nei supermercati.
Le bilance che usavano le nostre nonne avevano un piatto sul quale si appoggiava l’oggetto da pesare, il piatto si abbassava con il peso e l’abbassamento generava il movimento di una lancetta in un quadrante numerato, indicando il peso.
Tra il piatto della bilancia e la lancetta c’è una molla, ma non una molla a caso, è una molla costruita e tarata in modo tale che la risposta sia lineare in base al peso che ci mettiamo sopra.
Ad esempio, se un peso di 200g accorcia la molla di una certa misura, un peso di 100g la accorcerà esattamente della metà.
La lancetta si può spostare a mano nel quadrante, in questo modo posso pesare la scodella, azzero la lancetta, poi peso la scodella con l’ingrediente, e il display mi mostrerà solo il peso di quest’ultimo.
Le bilance digitali, quelle che usiamo per misurare gli ingredienti in cucina, per pesarci al mattino, quelle che si usano al supermercato, funzionano in un modo completamente diverso. Niente molla, niente lancetta.
Resta il piatto che si muove, anche se a noi pare di no, e dei sensori che, deformandosi in modo impercettibile, misurano quanto pesa l’oggetto che viene messo sul piatto.
Questi sensori, chiamati celle di carico, sono solitamente quattro e si trovano nei piedini della bilancia, uno per ogni angolo.
Ci avete mai fatto caso che non sono parte integrante dello chassis della bilancia, ma hanno una certa libertà di movimento? Quella libertà serve per fare le misurazioni.
La cella di carico è costruita con un materiale elastico che cede in modo impercettibile in base al peso che deve sopportare, possiamo vederlo come una molla molto dura.
Collegato a questo materiale c’è un sensore, l’estensimetro, che al suo interno ha una serpentina di un conduttore.
Questo conduttore varia la sua resistenza a seconda di quanto è compresso o tirato.
In base alla nota legge di Ohm, se ho una resistenza che varia, in base al circuito che le posso costruire intorno, posso leggere una variazione di tensione o di corrente.
Questo vuol dire che in base al peso che io appoggio sul piatto della bilancia, dai 4 piedini arriva un segnale elettrico che varia a seconda del peso che ho appoggiato sul piatto.
Un circuito elettronico legge quel segnale e lo trasforma nella lettura del peso, un altro circuito trasforma la lettura del peso nella visualizzazione di questo peso sul display.
Ogni bilancia ha il tasto della tara.
Metto la scodella, schiaccio il tasto della tara e la lettura viene impostata a zero.
Ogni variazione letta dai sensori sarà il peso che poi verrà mostrato sul display.
Tutti gli elettrodomestici che hanno una bilancia incorporata, come i robot da cucina, di solito pesano sempre sui piedini e fanno lo zero sul peso totale dell’elettrodomestico. Anche le bilance piccole da cucina fanno la tara anche considerando il loro peso.
Tutte le bilance misurano usando i 4 piedini, per questo vanno messe sempre in piano.
Quelle per la pesa dei prodotti da vendere hanno le bolle per verificare che siano in piano, hanno i piedini regolabili e la misura del peso non avviene sul bancone dove sono poggiate, ma al loro interno.
Queste bilance devono anche essere periodicamente verificate in modo che la misura del peso sia entro certi limiti di tolleranza per evitare che il cliente sia truffato sul peso o che il commerciante ci perda.
All’interno del sistema elettronico c’è anche tutto il software che elabora il peso e il prezzo al chilogrammo per calcolare il totale ed emettere lo scontrino.
Alcune, le più evolute sono collegate con il gestionale del negozio e aggiornano, con un software apposito, tutti i prezzi in automatico, senza dover mettere tutte le variazioni a mano su ogni bilancia, immaginate di doverlo fare in un supermercato con un catalogo di 300 prodotti che variano giornalmente su 20 bilance.
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Nella puntata del 17 novembre risponderò a quante più domande possibili.
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