
Questa puntata si apre con un aneddoto che evidenzia la vulnerabilità delle aziende di fronte a un errore informatico che ha causato il fallimento di un’azienda e la perdita del lavoro per tutti i dipendenti. Viene sottolineata l’importanza del Disaster Recovery, dei backup e delle relative procedure di verifica per prevenire simili catastrofi, menzionando anche esempi di negligenza e i rischi derivanti sia da attacchi esterni che da problemi interni. Infine, vengono forniti aggiornamenti sul funzionamento del gruppo Slack della community del podcast, spiegando come utilizzarlo per discutere delle puntate e di tecnologia in generale.
- Prezzi degli hard disk
- Guida di base di Slack
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Qualche tempo fa ho letto una notizia che mi è arrivata da uno dei miei canali dove rimbalzano informazioni tecnologiche. Un’azienda, a seguito di un problema puramente tecnologico, ha dovuto chiudere, lasciando a casa tutti i dipendenti.
Questa cosa mi ha fatto pensare parecchio.
Le aziende chiudono per molti motivi, la chiusura porta nella disperazione molte famiglie, per questo motivo ho sempre pensato che avere due genitori o due compagni che lavorano nella stessa azienda non sia una buona idea, ma mai ho pensato che un’azienda, magari ben piazzata sul mercato, potesse chiudere per un errore informatico gestito molto male.
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Per sapere come far parte di questo elenco vi rimando al capitolo un po’ più in là nella puntata.
Ricordatevi che con ogni richiesta di gadget nella busta troverete anche un kit stampato in 3D per montare un dado, con numero di facce e colori casuali.
Prima di iniziare, vi ricordo che potete contattarmi in mille modi, se preferite i social, su Bluesky sono francesco.iltucci.com, su Mastodon sono cesco_78 sull’istanza mastodon.social o pilloledibit sull’istanza hackyderm.io. Non ho altri social.
Se preferite la mail potete scrivere a [email protected]. Trovate tutti i link comodi comodi sull’app dalla quale state ascoltando la puntata o sul sito, rispondo sempre, se siete educati.
Il metodo migliore è iscriversi e usare il gruppo Slack attivo durante tutta la settimana, dove si parla delle puntate e di tecnologia in generale, lo trovate a pilloledib.it/slack, mi raccomando, all’ingresso vi sarà chiesto di compilare un rapido modulo per presentarvi e per confermare di aver letto il regolamento, non spaventatevi.
Immaginate di lavorare in un posto dove va tutto bene, lo stipendio arriva regolarmente, il fatturato è buono, cresce ogni anno, il business funziona.
Nessun problema in vista, non ci sono campanelli di allarme, magari pensate anche di organizzare qualche spesa extra, data la stabilità. Il cambio dell’auto, un lavoro di ristrutturazione, il pensiero di un monolocale al mare o in montagna, la vacanza dei sogni.
Qualsiasi cosa che costa più di quello che di solito avreste speso.
Ma una mattina arrivate in ufficio e il gestionale dell’azienda non funziona.
Non si apre niente.
Cercate di accedere ai dati con i quali stavate lavorando e non ci sono più.
Chiamate il supporto e nessuno risponde.
Vi rendete conto che negli uffici inizia a serpeggiare il panico, le voci corrono e qualcuno dice che sono stati persi tutti i dati aziendali.
Un attacco informatico? Ce ne sono molti in giro, no è il se, ma il quando, prima o poi capiterà a tutti, dicono.
No, nessun attacco.
È stato un problema interno, mentre si stava lavorando su un sistema è successo qualcosa e tutti i dati sono spariti, come per magia.
Certo, magia nera.
I dati non spariscono da soli. Nessun file si cancella da solo, figuriamoci i dati di un’intera azienda.
È vero, ma basta la mossa sbagliata per fare un danno enorme e perdere tutti i dati di un’azienda.
Per questo esiste il Disaster Recovery, esistono i backup ed esistono le procedure per controllarli e verificarli.
Tutto questo non esclude gli attacchi, ovviamente.
I danni di questo tipo, che sono gravissimi, possono arrivare dall’esterno e anche dall’interno.
Per attacchi, per errori, per incompetenza, per problemi non previsti, non so se vi ricordate Libero mail.
Se le aziende sono ben strutturate, un problema di questo genere crea panico e sicuramente danni, perché ferma la produzione.
Peró poi si parte con le procedure di recupero, magari ci si mette giorni e si torna a lavorare.
La legge prevede le esercitazioni per gli incendi, le sirene, le vie di fuga, le giacche ad alta visibilità, i punti di raccolta e gli appelli.
Sono noiose, si perde tempo, magari sono delle pause forzate, ma, quando capita, qualcosa sarà rimasto in testa e si rischia meno di fare la fine dei topi abbrustoliti.
La legge non prevede esercitazioni per il recupero dei dati.
Indoviniamo quante aziende lo fanno?
Il danno è calcolato in quanto tempo si sta fermi.
In media, la maggior parte delle aziende riesce a sopportare alcuni giorni di fermo per poi tornare a pieno regime, qualunque sia il loro business.
Il problema sorge quando il disaster recovery non c’è perché quando è stato portato a budget lo hanno tagliato perché troppo costoso.
Oppure quando ci si accorge che nessuno ha mai controllato i backup e nel momento del bisogno ci si rende conto che sono fermi a 3 anni fa.
Eh, ma controllare e fare i test di ripristino prendeva troppo tempo e c’erano troppi ticket da chiudere.
Negli anni ho vissuto molte esperienze.
La mia prima è stata la rottura di due dischi su un RAID5 in un ospedale. Dischi che contenevano un DB con tutti i dati del gestionale dell’intera ASL, molti anni fa. Era il mio primo lavoro nell’IT.
Avevano pensato ad avere due nodi attivo-passivo per il failover, ma non il disco di spare per il RAID.
Sono andato a lavorare in un’azienda dove la sala server ha preso fuoco, sapete il “ma figurati se capita”?
È andata in corto la batteria dell’UPS.
Hanno spento tutto con gli estintori a polvere, hanno pulito tutto con i pennelli, non hanno perso un bit.
Solo dopo si sono accorti che il backup era fermo da 3 anni.
Nella stessa azienda, dove si lamentavano che perdevo tempo per controllare i backup tutti i giorni e facevo restore di test una volta al mese e non mi hanno mai permesso di portare le cassette in banca per delocalizzare i backup, quando hanno visto il preventivo per un datacenter, piccolo, di disaster recovery, hanno detto “ma va, mica capita niente”.
Sempre gli stessi a cui è andata a fuoco la sala server.
Torniamo all’azienda della notizia.
Per un intervento tecnico hanno perso tutto.
Non avevano un backup funzionante.
Non sono riusciti a recuperare dal poco cartaceo che avevano.
L’azienda è fallita.
Tutti i dipendenti sono rimasti a casa.
Nota: questo non vuol dire che avere il cartaceo ti salva, che sia chiaro.
Era un’azienda che era già morta, aspettava solo lo sgambetto per rovinare a terra.
Adesso la domanda che tutti dovremmo porre a noi stessi e, in effetti alla direzione e all’IT dell’azienda dove lavoriamo è una.
Dovesse mai succedere una catastrofe sull’infrastruttura informatica, l’azienda si rialzerà o sarà il primo inevitabile passo verso il fallimento?
Come ha detto Francesco Costa in una puntata di Wilson, il suo nuovo podcast, è bene chiedere all’azienda un aumento, se si pensa di meritarlo, secondo me è anche bene chiedere se, in caso di un problema informatico grave, l’azienda è in grado di rimettersi in piedi. Se glissano, date una spolverata al CV.
Questo podcast vive perché io lo produco, lo registro e lo pubblico settimana dopo settimana o quasi. Ma continua ad andare avanti perché la soddisfazione di vedere le notifiche delle donazioni mi spinge a fare sempre nuove puntate, come ringraziamento e impegno nei vostri confronti. Se esce ogni settimana è grazie a voi.
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Oltre alla connettività per casa FTTH o FTTC, hanno le SIM, posano fibra dedicata per le aziende, fanno servizio VoIP, hanno un supporto spaziale e tutti i loro dipendenti sono assunti a tempo indeterminato.
Provateli, non tornerete più indietro.
E se avete bisogno di un servizio di Hosting, andate da ThridEye, che ospita da anni il sito del podcast, ho fatto la mia scelta e anche qui il livello è altissimo, i contatti sono sul sito.
Circa 2 anni fa ho cambiato i dischi del mio NAS a casa, ho preso su ebay 4 dischi meccanici SATA da 3 pollici e mezzo usati poco da 16TB ciascuno e ho speso poco più di 700€ in totale.
Qualche giorno fa, girovagavo per Amazon alla ricerca di offerte da proporre ai miei followers e mi sono reso conto che i dischi fissi hanno registrato un incremento di prezzo allucinante. Con la stessa cifra, oggi, se trovo 3 dischi da 8TB sono fortunato.
A questo punto mi è venuto in soccorso l’amico Gabriele che non mi ha regalato nessun disco, ma mi ha dato un link, che giro volentieri a voi, con un riassunto di tutti i dischi che potete trovare in vendita su Amazon, in ordine per costo al TB o costo complessivo, nuovi o usati, in Italia o all’estero, in tutto in una comoda tabella e il relativo link diretto per l’acquisto.
Mettetelo nei preferiti che può sempre tornarvi comodo.
Dopo due settimane di nuovo sistema per la community credo sia necessario dare qualche informazione su come si usa Slack, perché se Telegram è usato da molte persone, Slack è più usato dalle aziende e a volte l’utilizzo è meno intuitivo.
Se sapete già come usarlo, andate tranquillamente ai saluti.
Le motivazioni del cambio ve le ho già espresse la puntata scorsa, ripetersi è inutile. Vi confermo che non torno indietro e, forse risulto antipatico, ma non ho chiesto il parere prima di farlo, non torno indietro, non mi è utile il parere altrui adesso. Mi spiace per chi non passerà al nuovo sistema, non ho comunque intenzione di tenerne due attivi.
Slack, nella versione gratis, permette l’accesso ai messaggi degli ultimi 90 giorni, se vi interessa salvare qualcosa, anche i messaggi salvati nella piattaforma, salvateli all’esterno di Slack, se non li volete perdere.
C’è chi lo vede come un problema, per me è una cosa buona, così non si vanno a rivangare cose vecchie o link magari ormai morti, come già successo.
Come funziona, in breve?
Ci si iscrive con il link pilloledib.it/slack, basta la mail e per l’accesso viene fornito un codice di 6 caratteri, niente password, a meno che non vogliate attivare l’autenticazione a due fattori.
Si può usare con app da ogni piattaforma desktop, mobile e web.
Una volta dentro siete automaticamente inseriti in due canali, prima di usare il gruppo, per cortesia andate a guardare il messaggio in “puntine” nel canale benvenuti dove c’è il link a un rapido form da compilare, ma di solito vi scrivo io con un messaggio di benvenuto e il link al form.
Nella barra laterale c’è la voce “aggiungi canali”, lì trovate tutti i canali tematici dove potete iscrivervi o no e, una volta dentro, potete decidere se ricevere notifiche, di che tipo e dove.
C’è un canale riservato ai sostenitori. Se avete fatto una donazione da almeno 60€ vi dà accesso a questo canale per un anno, se siete donatori mensili da almeno 5€ al mese vi dà accesso fino a quando non date disdetta. All’interno di questo canale, come ringraziamento, ci sono contenuti aggiuntivi e una mia presenza più attiva. Se volete farne parte mi mandate un messaggio diretto e vi inserisco.
In ogni canale potete scrivere un messaggio con link e citando delle persone, questo sarà visto da tutti i partecipanti al canale. Al messaggio si potrà reagire con una emoji e si potrà rispondere con l’icona della vignetta. A partire dalla prima risposta si aprirà un thread, che tutti potranno vedere, ma solo le persone che stanno partecipando o solo quelle che avranno attivato le notifiche saranno informati quando il thread verrà aggiornato, solitamente con un pallino sulla campanella. Ci si può iscrivere o disiscrivere dal thread quando si vuole dai 3 puntini verticali in alto a destra.
Con l’icona del segnalibro si possono salvare messaggi che non si vogliono perdere nel marasma di Slack, ma anche questi, dopo 90 giorni non saranno più visibili.
I messaggi sono modificabili entro 24 ore dalla loro scrittura.
C’è un sistema di messaggistica privata, non è crittografata come può essere whatsapp o Signal, usatela con cautela.
Vi lascio nelle note la guida ufficiale di Slack in Italiano
Questa puntata di Pillole di Bit è giunta al termine, vi ricordo che se ne può discutere nel gruppo Slack e che tutti i link e i riferimenti li trovate sull’app di ascolto podcast o sul sito, non serve prendere appunti.
Io sono Francesco e vi do appuntamento a lunedì prossimo per una nuova puntata del podcast che, se siete iscritti al feed o con una qualunque app di ascolto vi arriva automagicamente.
Se volete partecipare alla realizzazione della puntata speciale di Pillole di Bit Stories, andate su pilloledib.it/sostienimi e fate la vostra parte, se a fine mese il cerchio delle donazioni di riempie, realizzerò la puntata speciale.
Grazie per avermi ascoltato
Ciao!
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