#367 – KVM GL-iNet Comet

Pillole di Bit
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#367 - KVM GL-iNet Comet
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Questa puntata è stata realizzata con la collaborazione di GL-iNet che mi ha inviato il dispositivo di cui si parla in puntata. Grazie!

L’episodio discute ampiamente il GL-iNet Comet, un dispositivo KVM remoto, spiegandone le funzionalità, l’installazione e i potenziali casi d’uso, come la gestione di server o PC remoti. Vengono evidenziati i vantaggi del KVM rispetto ad altri metodi di accesso remoto, soprattutto per l’accesso a livelli più profondi del sistema come il BIOS. Inoltre, il conduttore ringrazia gli sponsor e gli ascoltatori per il supporto, menzionando anche uno strumento per fruire di podcast a pagamento tramite feed RSS e annunciando un nuovo episodio dello spin-off “Pillole di Videogiochi”.

Per leggere lo script fai click su questo testo

Nel mondo della tecnologia i produttori di hardware sono moltissimi, non si può comprare materiale di ogni produttore, per questo motivo ci si affeziona ad alcuni brand e si segue la loro vita, si guardano più le loro uscite rispetto ad altri e spesso, letto un annuncio, si aspetta con impazienza un nuovo dispositivo perché è proprio un bel dispositivo.
Come avete potuto notare dalla puntata 363, uno dei brand che seguo è GL-iNet e aspettavo da un po’ di tempo di poter mettere le mani sul loro nuovo KVM.
Ed è finita che me lo hanno mandato da provare, pertanto questa puntata è stata realizzata grazie al regalo di GL-iNet, uno dei produttori di dispositivi di rete che preferisco.

Questa puntata è stata realizzata grazie alle indispensabili donazioni di generosi ascoltatori
Gli abbonati
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Per sapere come far parte di questo elenco vi rimando al capitolo un po’ più in là nella puntata.
Ricordatevi che con ogni richiesta di gadget nella busta troverete anche un kit stampato in 3D per montare un dado, con numero di facce e colori casuali.

Prima di iniziare, vi ricordo che potete contattarmi in mille modi, se preferite i social, su Bluesky sono francesco.iltucci.com, su Mastodon sono cesco_78 sull’istanza mastodon.social o pillole dibit sull’istanza hackyderm.io. Non ho altri social.
Se preferite la mail potete scrivere a [email protected]. Trovate tutti i link comodi comodi sull’app dalla quale state ascoltando la puntata o sul sito, rispondo sempre. Il metodo migliore però è il gruppo Slack attivo durante tutta la settimana, dove si parla delle puntate e di tecnologia in generale, lo trovate a pilloledib.it/slack, mi raccomando, all’ingresso vi sarà chiesto di compilare un rapido modulo per presentarvi e per confermare di aver letto il regolamento, non spaventatevi.

Questo podcast si chiama Pillole di Bit e, da sempre, chi lo conduce, parla facile, alla portata di tutti, o almeno ci prova.
Prima di presentare questo fighissimo GL-iNet Comet, io accetto o propongo sponsorizzazioni solo di dispositivi dei quali avrei parlato bene anche se non sponsorizzati, è bene partire dalle basi, cos’è un KVM?
L’acronimo sta per Keyboard, Video, Mouse, in italiano tastiera, monitor, mouse.
Se è un dispositivo remoto permette di usarli in un posto lontano da dove servirebbero, se è uno switch, permette di usare, con un solo kit, più computer o server.
Mi spiego con qualche esempio.
In una sala server ci sono sicuramente molti server tutti vicini all’interno di un rack.
Avere un monitor, una tastiera e un mouse a testa per poterli gestire è uno spreco di spazio e di soldi.
Esistono dei dispositivi che hanno tanti cavi VGA o HDMI e altrettanti cavi USB che si collegano a tanti server, vanno poi tutti su una piccola console che ha una tastiera, un mouse e un display.
Si seleziona quale dei server si vuole vedere e il sistema darà accesso all’uscita video e al mouse e tastiera del server scelto.
Questo è uno switch KVM.
Ma lavorare in una sala è scomodo e rumoroso, io ne so qualcosa, sarebbe bello avere accesso da remoto, in questo mondo connesso.
Ecco, qui si posiziona il nostro comet.
Si collega all’uscita video e a una porta USB, si collega un cavo di rete, lo si raggiunge via web ed ecco il controllo di mouse, tastiera e video, via web, da qualunque parte in rete, anche dal comodo della propria scrivania.
Adesso qualcuno potrebbe obiettare che non serve avere un altro dispositivo, per accedere ai computer in remoto esistono già i protocolli dedicati come RDP o SSH oppure, per essere più versatili, i sistemi che passano dal cloud come Teamviewer o Anydesk.
Vero, ma ne manca un pezzo.
Con questi sistemi non si può gestire in remoto un dispositivo che non ha questi servizi avviati. E questi servizi funzionano solo se il sistema operativo è attivo con la rete funzionante.
Più nel dettaglio con un KVM si può gestire un computer anche nelle fasi del boot, l’accesso al BIOS o UEFI, l’installazione del sistema operativo, la visualizzazione di una schermata di errore come il blue screen of death, lo si può raggiungere anche quando è senza rete.
Tutto questo perché il KVM remoto non fa altro che prendere i segnali di video, tastiera e mouse e li porta, via rete, dove vogliamo noi. Attenzione usando una rete diversa da quella del computer, magari, ed è auspicabile in azienda, su una VLAN diversa.
Veniamo a questo Comet.
Nella scatola c’è lui che è un po’ più grande del router Mango di cui vi ho parlato qualche settimana fa, lo chassis è metallico e le porte sono diverse da un router, banalmente perché non è un router.
L’aspetto è davvero di un prodotto fatto per resistere nel tempo e in condizioni difficili.
C’è una porta di rete, per collegarlo a un vostro switch, il cavetto è fornito.
Il collegamento al PC da controllare è via HDMI e USB.
Lo si alimenta con una porta USB-C, anche qui il cavetto è fornito, ma l’alimentatore, come è ormai prassi, no. Dovete metterlo voi, da dati di targa chiede 5V 2A, ma da documentazione consuma solo 3W.
C’è una porta HDMI di dimensione standard e c’è il cavo, per collegarlo al PC da controllare.
Per la parte dati c’è una porta USB-C con il logo di tastiera e mouse, così da non confonderla con quella di alimentazione, per collegarlo ad una porta USB del PC da controllare.
C’è anche una USB-A per degli accessori esterni, ci arriviamo.
L’installazione è facilissima.
Si prende il PC da controllare, può essere anche un raspberry, eh? si collega al Comet con HDMI e USB, al posto di tastiera e mouse, si alimenta il Comet e si collega il cavo di rete. Fatto.
Non si deve installare niente sul computer da controllare, lo si può controllare ancora prima di installare il sistema operativo.
Ci si può collegare al Comet in vari modi.
Il primo, il più banale, in http al suo IP che prende dal router.
Il secondo, tramite l’app di GL-iNet che si scarica e si installa per Mac e Windows.
Con questa, se non si è nella stessa rete, si passa dal cloud di GL-iNet e lo si raggiunge anche da fuori casa, senza dover configurare niente a casa.
Se questa cosa non piace, c’è di serie il client di Tailscale, lo si configura, avvia ed ecco che compare all’interno della propria Tailnet, ci vanno meno di 30 secondi.
Non c’è una via facile di configurare un IP statico, fate una reservation sul DHCP.
Ho parlato con l’assistenza di GL-iNet e mi hanno detto che nell’estate 2025 arriverà la possibilità di configurare la rete da interfaccia grafica.
Adesso siete collegati al PC da controllare, come se aveste davanti monitor, tastiera e mouse.
Ma magari il PC è a casa di un amico in cantina e voi siete in ufficio.
E, banda permettendo, si vede come a casa. Arriva a 4k a 30fps Si vedono bene anche i video di Youtube. Si sente anche l’audio.
Cosa potete fare?
Molte cose.
C’è la possibilità di passare gli appunti della clipboard dal vostro PC a quello controllato, non è un’operazione immediata, ma funziona, ci vanno due passi.
Tramite una memoria interna di 8GB si possono trasferire file in entrambe le direzioni, sia come disco condiviso, sia come ISO da montare sul PC remoto, ad esempio per installarlo da zero.
Esatto, si può installare un computer da zero senza dover essere lì.
C’è la funzionalità di wake on LAN, per i computer che sono predisposti, in modo da accenderli, passando direttamente dal Comet, con il giusto pacchetto mandato sulla rete. In questo caso il Comet e il PC si devono vedere anche via network.
Tramite la scheda ATX aggiuntiva in vendita separatamente, si possono dare i comandi di accensione, spegnimento e reset del computer direttamente sui PIN di una scheda madre ATX.
Non esistono licenze, si compra e funzionerà per sempre.
La reattività del controllo è quasi magica, hanno fatto davvero un bel lavoro.
Prima di chiudere, vorrei proporre qualche caso d’uso, per non pensare che sia un dispositivo utile solo per le aziende con la sala server.
Il primo caso a cui ho pensato è proprio una sala server piccola, qualche server, intorno alla dozzina, un Comet per macchina ed ecco che si entra in sala un decimo delle volte che si entrava prima.
A casa per quel mini PC che sta in quel posto scomodo, ma al quale ci si collega spesso, non si deve andare più con tastiera e mouse ogni volta che si incarta.
Soprattutto se non è Windows la qualità è molto meglio del classico VNC.
Tenerlo lì pronto per quando si deve installare un nuovo computer, un Raspberry o si deve fare assistenza a un PC, occupa meno spazio di un monitor e funziona subito senza problemi.
A casa dei propri parenti, quelli che non riescono neanche ad avviare il programma di assistenza remota, “scollega il cavo del monitor e attaccalo alla scatoletta grigia, ci penso io”.
Secondo me si può fare anche con uno switch HDMI, ma non l’ho provato.
Alcuni limiti che ho riscontrato, ma tutti assolutamente gestibili.
Come detto non ha un modo semplice per configurare un IP statico. Per farlo si deve entrare in console e smanettare un po’, ma arriva nelle prossime versioni.
Come ogni KVM lui funziona al posto del monitor, per poterlo collegare come assistenza remota a un amico, un parente o ai computer di digital signage, è necessario installarlo usando uno splitter HDMI, non ne ho uno e non ho provato.
Attualmente, per funzionare da remoto senza Tailscale, l’app chiede di configurare una VPN, ho chiesto ed è una wireguard, cosa che a non tutti potrebbe piacere o banalmente funzionare.
Arriverà nell’anno una modifica che toglierà questa necessità.
Se vi ho messo la curiosità, spero proprio di sì, lo trovate su Amazon a circa 100€, con il link che vi lascio in descrizione.
State pensando che è caro?
Anydesk costa 280€ all’anno, Teamviewer 300 ed entrambi funzionano solo con il sistema operativo avviato e possono essere sensibili ad attacchi o fermi dell’infrastruttura dei fornitori.
Questo KVM lo comprate, lo tenete lì e lo usate per tutto il tempo che lo volete, nella vostra LAN e gestite voi la sicurezza e gli accessi.

Questo podcast vive perché io lo produco, lo registro e lo pubblico settimana dopo settimana o quasi. Ma continua ad andare avanti perché la soddisfazione di vedere le notifiche delle donazioni mi spinge a fare sempre nuove puntate, come ringraziamento e impegno nei vostri confronti. Se esce ogni settimana è grazie a voi.
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Oltre alla connettività per casa FTTH o FTTC, hanno le SIM, posano fibra dedicata per le aziende, fanno servizio VoIP, hanno un supporto spaziale e tutti i loro dipendenti sono assunti a tempo indeterminato.
Provateli, non tornerete più indietro.
E se avete bisogno di un servizio di Hosting, andate da ThridEye, che ospita da anni il sito del podcast, ho fatto la mia scelta e anche qui il livello è altissimo, i contatti sono sul sito.

Questo è un podcast ricorsivo, che parla di podcast, ormai lo sapete, se trovo qualcosa di interessante sono il primo a consigliarvi di aggiungere un nuovo podcast alla vostra app. Ma ogni tanto capita che non sia possibile aggiungere i podcast interessanti alla propria app perché sono disponibili, a pagamento, su app proprietarie.
E io odio dover cambiare app, a seconda del podcast che devo ascoltare, soprattutto perché ascolto i podcast in auto mentre guido.
Visto che una delle mie fonti sono i podcast per abbonati del Post, ho trovato un sistema che mi permette di avere i loro podcast per abbonati nella mia app, così che al mattino posso ascoltare Stories di Cecilia Sala e Morning del Post senza dover toccare niente sul telefono o sul display in auto.
L’applicazione la trovate su Github, è gratuita e la porte installare nella vostra infrastruttura Docker, non è alla portata di tutti, lo so.
Funziona ovviamente solo se avete un abbonamento al Post attivo e quindi non è un furto dei loro podcast.
Mi raccomando, se un amico vi chiede di condividere un podcast senza essere abbonato, ditegli di abbonarsi.
Il sistema ha anche una comoda pagina web con tutti i podcast del post sfogliabili, la possibilità di ascoltarli dalla pagina, di scaricare gli MP3 e di avere, ovviamente, i feed RSS.
Il link nelle note, come al solito.

Per chi me lo aveva chiesto, vi informo che è uscita, dopo ben 3 anni, una nuova puntata di Pillole di Videogiochi, lo spinoff monotematico di Pillole di Bit, tutte le informazioni le trovate su pilledib.it/pdv
Se gli ascolti restano a 60 lo chiudo per sempre, eh!

Questa puntata di Pillole di Bit è giunta al termine, vi ricordo che se ne può discutere nel gruppo telegram e che tutti i link e i riferimenti li trovate sull’app di ascolto podcast o sul sito, non serve prendere appunti.
Io sono Francesco e vi do appuntamento a lunedì prossimo per una nuova puntata del podcast che, se siete iscritti al feed o con una qualunque app di ascolto vi arriva automagicamente.
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Grazie per avermi ascoltato

Ciao!

Il sito è gentilmente hostato da ThirdEye (scrivete a domini AT thirdeye.it), un ottimo servizio che vi consiglio caldamente e il podcast è montato con gioia con PODucer, un software per Mac di Alex Raccuglia