In estate puntuali arrivano i blackout. Tutti a dire che è colpa dei condizionatori, da anni. Anni in cui il consumo elettrico cresce, il caldo aumenta e le reti stanno lì, a saltare perché non ce la fanno. Forse la colpa non è dei condizionatori.
- Come funziona l’interruttore differenziale con riarmo automatico
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È sistematico. Arriva il caldo e iniziano i blackout.
Sui giornali tutti a dare la colpa ai condizionatori.
Mai nessuno che pensi un attimo a come sono evoluti i consumi elettrici negli anni e come è evoluta la rete e i relativi contratti nel frattempo.
Nel frattempo, per fortuna, forse, speriamo, il caldo sta passando.
Gestire la fornitura elettrica di un intero Paese non è una cosa facile, su questo non si discute.
La corrente elettrica va generata o acquistata, va trasportata e poi va distribuita in modo estremamente capillare a tutti quelli che ne chiedono l’utilizzo.
Trasportare l’energia elettrica è pericoloso e tutto il trasporto va gestito e controllato in modo che non succeda nulla di spiacevole.
Per trasportare grandi quantità di energia, questa deve essere trasformata in alta tensione, in modo da non avere correnti elevatissime che danno problemi di surriscaldamento dei cavi e dispersione.
Ci impegniamo un sacco a produrla, se viene dispersa durante il trasporto è un vero peccato.
State pensando che in periodo di grande siccità disperdiamo acqua con gli acquedotti? Verissimo, non è un peccato, è criminale.
Un’altra cosa importante è che non siamo in grado di immagazzinare l’energia che generiamo, non nelle quantità che servono per alimentare un città, ad esempio, per questo motivo dobbiamo essere in grado di generare quella che serve per non generare disservizio, ma non troppa di più per non buttarla via.
Quella che viene generata e non usata viene persa.
Avete presente quelle vecchie torce a dinamo?
Premete sulla levetta e si accende la lampadina.
Se svitate la lampadina e premete sulla levetta, la corrente viene generata, ma non può essere usata e viene persa.
Adesso immaginate una rete fittissima di cavi e centraline che, dalle centrali o dalle reti che arrivano dagli altri paesi, arrivano ad ogni singola unità abitativa, ogni singola fabbrica, ufficio, linea del treno e del tram, lampioni, semafori e ogni cosa che richiede elettricità per funzionare.
Bene, è una roba complessa.
E soprattutto, visto che, a parte alcuni elettrodotti ad alta tensione, viaggia tutto sotto terra, andare a metterci le mani non è affatto banale.
A casa nostra abbiamo molti dispositivi che funzionano a energia elettrica.
Da che mi ricordi io da piccolo ad adesso, sono sempre di più.
Quando ero piccolo avevamo il frigo, la TV, le lampadine, la radio, la lavatrice e poco altro.
Il contratto era da 3kW.
Vuol dire che il contatore scattava se l’assorbimento era più alto di 3000W di picco, circa.
Oggi, il contratto medio è da 3kW, non è cambiato, ma abbiamo il forno, la lavastoviglie, i computer, le console, le televisioni, l’asciugatrice, i condizionatori, gli aspirapolvere, le piastre a induzione, i microonde, i router, gli access point e altri mille piccoli o grandi dispositivi e elettrodomestici.
Tutti questi hanno innalzato il consumo elettrico medio di ogni casa.
La stessa cosa si può dire degli uffici o delle fabbriche.
La tecnologia ha contribuito in modo sostanziale a ridurre il consumo dei singoli dispositivi, ma abbiamo sempre più oggetti che funzionano a corrente.
E ne avremo sempre di più.
A partire dal 2025 si dovrà iniziare a smettere di usare le caldaie a condensazione per il riscaldamento. Chi non ha il teleriscaldamento dovrà passare alla pompa di calore che, guarda caso, è elettrica.
Per far funzionare tutta questa roba è necessario produrre la corrente e farla arrivare dove deve essere usata.
Come ogni cosa, la rete non è stata progettata per poter consegnare a tutti la massima potenza contrattuale possibile sempre. Avrebbe avuto un costo enorme.
Si progettano le cose facendo un conto su un uso medio e qualche picco.
Gli ospedali non sono progettati per contenere tutti gli italiani in contemporanea, sarebbero un costo enorme e sarebbero sempre vuoti.
Ma ci siamo accorti che un picco considerevole, 4 anni fa, non sono stati in grado di gestirlo.
Le reti dati non sono progettate per sostenere tutto il traffico alla massima velocità di tutti i contratti venduti.
Ma nel tempo si sono evolute.
Se qualche tempo fa tutti andavano al massimo a circa 1Mbps, adesso si viaggia tra 30, per i più sfortunati e 5Gbps. Le reti sono state potenziate di conseguenza. In un periodo di picco, come per guardare una partita importante di campionato, rallentano, non crolla tutto, di solito.
La stessa cosa vale per i server di una grande azienda, che non ha la potenza di calcolo per gli accessi del black friday, ma qualche giorno prima si organizza.
L’INPS è a parte, ovviamente.
Tutto questo per dire che la rete elettrica delle città, anche se complicata da far evolvere, ha avuto anni con incrementi costanti di assorbimenti.
I condizionatori si vendono ogni anno, perché ogni anno fa più caldo e ogni anno c’è gente che invecchia e con troppo caldo sta male o si muore.
O, più semplicemente, la gente che lavora da casa o che vive in casa, vuole vivere e non sopravvivere.
Ma vuole anche cucinare con il forno o la piastra a induzione, non tutti possono permettersi di ordinare da asporto sempre.
O vuole accendere il computer con la sua scheda grafica all’ultimo grido e giocare tutto il sabato.
Il mio condizionatore, a regime e con una temperatura ragionevole, consuma meno di 1000W
Un computer con una scheda video di ultima generazione, con un gioco ben carrozzato, arriva a 800W costanti
La cottura della pizza al forno, magari per un gruppo di amici, può protrarsi anche per 4 ore. Un forno medio consuma 2300-2500W
Una persona che ha un box e attacca l’auto elettrica a caricare la notte, può consumare 2500W per 10-12h consecutive.
Il problema della rete elettrica è che, a differenza di Internet, se va sotto pressione, non rallenta tutti, ma scalda e da qualche parte salta, lasciando tutti al buio, fino a quando non arriva la squadra che interviene per risolvere il problema.
In città non ci sono solo le case private
Ci sono gli uffici, i negozi, la pubblica amministrazione e altri servizi.
Tutti loro consumano energia.
Vorrei che la si smettesse di leggere sui giornali “è colpa dei condizionatori accesi”, ma vorrei leggere “è colpa della rete elettrica che non è mai stata adeguata e quindi non regge un carico che negli anni è lentamente aumentato, nell’indifferenza dei gestori”
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Tutti a casa abbiamo, per legge, l’interruttore differenziale nel quadro elettrico principale. Quello che tutti chiamano comunemente salvavita. Ne ho descritto il funzionamento nella lontanissima puntata 5. No, non volete davvero andare a riascoltarla, brrr.
In caso di dispersioni lui scatta e toglie corrente a casa.
Se siete a casa controllate e lo riarmate, tutto torna a posto.
Ma se lui scatta per qualche motivo mentre non ci siete?
Diventa un problema per molti motivi, per quello che c’è nel freezer, per il vostro antifurto e per altre cose.
Sarebbe interessante avere un sistema che vi avvisi quando succede, e ne parleremo, ma esistono sul mercato degli interruttori differenziali con il riarmo automatico.
Stacca per un problema, dopo qualche secondo controlla se il problema c’è ancora, se non c’è più, perché magari era dovuto a un picco anomalo, ad esempio, si riarma da solo e la corrente torna in casa.
Il tutto a patto che il blackout non sia dalla linea esterna.
Non vi lascio un link, chiedete al vostro elettricista.
Questi lavori si fanno fare ai professionisti.
Siamo arrivati alla fine di questa puntata di Pillole di bit, vi ricordo che tutti i link relativi alle cose dette sono nelle note, che trovate sulla vostre app o sul sito.
Io sono Francesco, produttore e voce di questo podcast e vi do appuntamento a fine settembre, per la prossima puntata, disponibile su Feed RSS, o su tutte le piattaforme di podcast, vi registrate e la puntata vi arriva automagicamente.
Dopo avervi tenuto compagnia per tutto agosto, quando tutti gli altri podcast vanno in vacanza, è giusto anche per me il momento da fare una pausa e spegnere il microfono per due settimane. Ma voi non preoccupatevi, torno presto.
Grazie per avermi ascoltato!
Ciao!
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